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- Inserito da: Sergio Tatarano
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A Francavilla Fontana hanno destato grande scalpore le dichiarazioni del giudice Clementina Forleo sul buio che oscurerebbe la nostra città.
Non sono particolarmente entusiasta del dibattito che ne è venuto fuori, dibattito per molti versi anacronistico e in gran parte strumentale e strumentalizzato da ragioni faziose.
Accanto ad una destra la cui unica risposta poteva essere ( come è stata) di negare l’imbarbarimento della città ( visto che Francavilla, dalla destra, non è semplicemente amministrata ma direi posseduta da decenni, come una persona indemoniata), la sinistra si è immediatamente incuneata nel tentativo di creare un varco da sfruttare, un puledro da cavalcare per denunciare le incapacità delle ultime amministrazioni. In realtà, le miserrime capacità del Polo sono uguali e contrarie al basso livello delle forze di opposizione; in un certo qual modo, l’onestà intellettuale di un uomo come Pietro Filomeno ha spogliato di ogni bugia il criticismo facilone di una coalizione che si è retta per anni sulle disgrazie di Parentopoli o delle discariche, che ormai spuntano alla stessa velocità dei centri commerciali.
In realtà, c’è una Francavilla soggiogata da rapporti clientelari e di potere cristallizzati e fermi che non vengono in alcun modo scalfiti, anzitutto dal voto popolare: non credo, insomma, che il degrado che interessa la nostra città, dipenda dai mezzi inadeguati di cui indubbiamente dispone la destra, quanto piuttosto da una generalizzata e trasversale accettazione passiva del pressappochismo politico, al quale si è del tutto abituati e del quale si è praticamente schiavi. E’ inaccettabile proporre come alternativa culturale e politica un modello speculare a quello di Curto e Vitali, un modello di politica che vive delle masturbazioni mentali sul partito democratico e che preferisce le manifestazioni pacchiane ai confronti pubblici con l’avversario su temi concreti.