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- Inserito da: pippetto
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Giovedì 17 maggio scorso si è tenuta Lecce presso la libreria Ergot la conferenza stampa di presentazione del Comitato Salento Laico e dell’iniziativa di raccolta firme sulla petizione popolare da presentare al prossimo consiglio comunale di Lecce e finalizzata all’ottenimento della certificazione delle unioni affettive.
Il candidato sindaco del centro-sinistra, nonostante l’invito, non vi ha partecipato con ciò perdendo un’occasione per dare una connotazione liberale e libertaria a questa campagna elettorale che si avvia stancamente al capolinea, tra false risse e dibattiti preconfezionati.
A qualcuno che gli chiedeva quali iniziative intendesse prendere sulla questione delle unioni di fatto in caso di sua elezione a Sindaco, l’on. Rotundo nel più collaudato e paludato stile togliattian-berlingueriano ha risposto che l’argomento non faceva parte del programma elettorale della sua coalizione.
Nel programma di una Lecce città verde, solidale, di mare, delle arti, dei saperi, emporio, dell’ospitalità, aperta al contributo di tutti non c’è uno strapuntino per un registro delle unioni di fatto o per la certificazione anagrafica delle unioni affettive.
Non è una novità ed a pensarci bene si tratta dello stesso atteggiamento tenuto dai vertici del Pci, negli anni settanta, allorché si doveva votare per il referendum abrogativo della legge sul divorzio, quando incalzati dai radicali affinché prendessero una posizione ufficiale, rispondevano che il divorzio era un problema dei borghesi e che altri erano i problemi della classe operaia, mentre sottobanco brigavano per far fallire il referendum cercando in parlamento un compromesso che rendesse ancora più difficile il ricorso all’istituto del divorzio.
Siamo alle solite. I diritti civili ed individuali non pagano, non portano voti e soprattutto rischiano di essere elemento di disturbo per i manovratori di turno.
Nell’ultimo dibattito televisivo su Telerama, l'on. Rotundo di fronte al candidato del centro-destra Perrone che gli rimproverava di essere stato da parlamentare, promotore di una non meglio specificata proposta di legge di legalizzazione della prostituzione, si è adombrato sostenendo di essersi sposato in Chiesa, di avere figli battezzati e cresimati, quasi intendesse rivendicare una sorta legittimazione nei confronti di ambienti ecclesiastici che evidentemente si ritengono utili in termini di voti.
Quindi va bene parlare, senza dire nulla, di piani urbanistici, di trasporti pubblici, di società miste, di marine e di solidarietà purché il tutto rimanga negli ambiti del politicamente corretto.
La difesa e la rivendicazione dei diritti individuali sono altra cosa e presuppongono scelte coraggiose e spesso ahimè impopolari sotto il profilo mediatico, perché si rischia di prestare il fianco alle critiche dei cd. benpensanti.
Nel programma del candidato sindaco del centro sinistra ci saremmo aspettati di trovare ad esempio l’istituzione del registro delle unioni civili, la creazione di un osservatorio comunale su droghe e tossicodipendenze ed un impegno per lo sviluppo di politiche cittadine di riduzione del danno ed ancora, sempre a proposito di prostituzione, delle proposte di regolamentazione ed individuazione delle zone della città dove ne sia consentito l’esercizio.
Naturalmente l’on. Rotundo ha tutto il tempo per rimediare, cominciando da subito, da oggi, sottoscrivendo la petizione promossa dal Comitato Salento Laico, assumendo in tal modo pubblicamente l’impegno e la responsabilità di darne poi pratica attuazione nel momento in cui dovesse venire eletto Sindaco.