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- Inserito da: Roberto Mancuso
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Una delegazione dell’Associazione Radicali Salento “Diritto e libertà”, nell’ambito della settimana di mobilitazione nazionale di Radicali Italiani sulla giustizia e sulle carceri, ha fatto visita il 10 ottobre alla Casa Circondariale di Brindisi (Irene Abigail Piccinini, Mino Presta, Sergio Tatarano) e l’11 ottobre alla Casa Circondariale di Lecce (Irene Abigail Piccinini, Mino Presta). Quella di Brindisi si conferma una realtà carceraria priva di grosse criticità. Il numero di detenuti presenti, 167, eccede la capienza regolamentare di 120 ma è al di sotto della cosiddetta “capienza tollerata” di 175. Dei detenuti presenti, 75 sono in attesa di giudizio e 29 sono tossicodipendenti (di cui 7 in trattamento metadonico). 44 sono i detenuti lavoratori dipendenti dell’amministrazione, 3 i detenuti ex art. 21 OP, 6 i semiliberi. I detenuti sono tutti uomini. Negli ultimi due anni non si sono verificati suicidi in carcere; anche i tentativi e gli atti di autolesionismo sono pochi, e il livello di aggressività è basso. La struttura, vecchia di un secolo, è stata in gran parte ristrutturata in anni recenti, le celle ristrutturate sono decorose e dotate di bagno con servizi e doccia, separato da antibagno; sono programmati a breve i lavori di ristrutturazione di un’ala al momento chiusa; c’è altresì uno stanziamento della cassa delle ammende per trasformare un’area verde interna in modo da renderla adatta ai colloqui. L’unica sezione non ristrutturata è quella che ospita al pian terreno i detenuti in transito e
in isolamento e, al primo piano, i detenuti sottoposti ad art. 21 e semiliberi; in questa sezione, che presenta caratteristiche di vetustà, le docce sono aperte e in comune. In base alle dimensioni delle celle, ci sono dai 2 ai 4 detenuti ciascuna.
Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, la direttrice lamenta l’assenza di assistenti sociali del Sert, dell’assistenza infermieristica notturna e la mancanza di un infettivologo. Purtroppo, sono carenti gli spazi per le attività trattamentali e per la formazione scolastica. Si prevede l’allestimento di una palestra per i detenuti, al momento assente. Ogni sezione ha una piccola biblioteca nella sala di socialità, oltre a una biblioteca più grande. L’assenza di un teatro o di un altro spazio sufficientemente capiente fa sì che le attività collettive si svolgano in cappella. La direttrice ci ha annunciato che, appena sarà completato il sistema di videosorveglianza, è previsto il passaggio al regime di detenzione a celle aperte. Risulta infine una certa difficoltà a instaurare rapporti continuativi e assidui con l'amministrazione comunale, dato davvero inquietante ed emblematico della mancanza di interesse da parte dell’Istituzione che dovrebbe essere la più prossima.
La Casa circondariale di Lecce, la più grande della regione Puglia, presenta senza dubbio un certo numero di criticità evidenti. Sono presenti 951 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 616. I detenuti in attesa di giudizio sono 201. I detenuti tossicodipendenti sono 170, di cui 57 sottoposti a terapia metadonica. 268 sono i detenuti che lavorano alle dipendenze dell’amministrazione, 20 i lavoratori ex art. 21 OP, 3 i semiliberi. Ci sono stati 3 suicidi in carcere nel 2016 e uno nel 2017, oltre a una trentina di tentativi di suicidio all’anno, e a oltre un centinaio di atti di autolesionismo. Le sezioni sono a cella aperta, anche per i detenuti in alta sicurezza. La struttura presenta numerose criticità e obsolescenze. La tipologia di costruzione rende di fatto impossibile portare le docce all’interno dei bagni presenti nelle celle, se non in pochi casi. Le docce sono perlopiù aperte e in comune; i locali doccia presentano tracce evidenti di umidità e muffe. Trattandosi di una struttura molto grande, la visita è stata limitata al reparto femminile, al nuovo polo psichiatrico e alla sezione per i detenuti ex art. 21 OP. Il reparto femminile ha un piano per le detenute comuni e uno per le detenute in alta sicurezza, oltre a un pian terreno con le aule, le sale di socialità, i laboratori per le attività trattamentali, il laboratorio tessile Made in Carcere, la sala per le madri con bambini. Al momento è presente in sezione una madre con bimbo di età inferiore ai tre anni, che però al momento della visita non era presente, perché in udienza in tribunale. Una detenuta, Vittoria Russo, ha lamentato che, essendo anche suo marito in carcere (a Taranto), non le è possibile avere con lui i colloqui, nonostante siano stati regolarmente autorizzati; sostiene di avere interpellato il garante dei detenuti della regione Puglia, senza avere finora ottenuto risposta. È stato visitato il reparto psichiatrico di recentissima apertura (aperto il 25 settembre scorso), in cui al momento sono presenti 4 persone, collocato al primo piano di una piccola palazzina. In questa sezione nuova, il mobilio è stato scelto dall’Asl. Al pian terreno della stessa palazzina ci sono le celle dei detenuti ex art. 21 OP, che hanno lamentato la vicinanza con i detenuti del polo psichiatrico. Purtroppo, oltretutto, la carenza di spazi per i detenuti ex art. 21 OP limita la possibilità di ammettere altri detenuti al beneficio del lavoro esterno. È in costruzione un nuovo padiglione. Sono in vigore convenzioni con i comuni di Calimera, Lequile e Caprarica per il lavoro esterno ex art. 21 OP. Si auspica la stipula di analoga convenzione con il comune di Lecce, il cui sindaco, eletto a giugno, ha promesso tra l’altro la nomina del garante dei detenuti.